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Chierichetti

I chierichetti chiamati anche ministranti (dal latino ministrare, “servire”) sono propriamente dei fedeli laici, tradizionalmente ragazzi, adolescenti o giovani che svolgono un servizio alla comunità cristiana, ai sacerdoti e ai diaconi durante la liturgia e nelle altre celebrazioni di preghiera. La Costituzione conciliare sulla Sacra Liturgia Sacrosanctum Concilium cita i “ministranti”, definendo il loro servizio un “vero ministero liturgico”.

Si legge infatti: Anche i ministranti, i lettori, i commentatori e i membri della “schola cantorum” svolgono un vero ministero liturgico. Essi perciò esercitino il proprio ufficio con quella sincera pietà e con quel buon ordine che conviene a un così grande ministero e che il popolo di Dio esige giustamente da essi. Bisogna dunque che tali persone siano educate con cura, ognuna secondo la propria condizione, allo spirito liturgico, e siano formate a svolgere la propria parte secondo le norme stabilite e con ordine. (SC29)

Il chierichetto non solo aiuta il sacerdote nella santa messa. Egli è un buon cristiano; che per la sua fede e amore a Gesù dà una mano al sacerdote che fa presente Gesù nell’Eucaristia. Ha un cuore grande per gli altri, dimostrandolo, nel servire con gioia il popolo di Dio. Nel suo servizio all’altare manifesta questa generosità. Egli è un cavaliere che non solo serve il suo Re Gesù, ma anche vanguardia la sua fede in Lui.

I patroni dei chierichetti sono: san Tarcisio e san Domenico Savio.

PRINCIPALI ATTIVITÀ

Nella parrocchia esiste un gruppo di chierichetti, che svolgono il loro servizio liturgico durante le celebrazioni. Inoltre si impegnano nella loro vita di vivere la fede e darne la testimonianza.

INCONTRI

Incontri di formazione si svolgono una volta al mese, secondo il programma

RESPONSABILE: Matteo Graziani – E-mail: matgraziani@racine.ra.it


Processione d'ingresso: il crocifero porta la croce astile, mentre gli altri portano candelieri, turibolo e navicella, questo specialmente nelle S. Messe più solenni.
Proclamazione del Vangelo: si portano i candelieri all'ambone, nelle solennità anche turibolo e navicella.
Offertorio: i chierichetti aiutano il celebrante nel ricevere l'offerta dei doni.
Preparazione dell'altare e del calice: vengono presentati il calice assieme alla patena con l'ostia che diventerà il corpo di Cristo, la palla, il corporale e le ampolline dell'acqua e del vino, che userà il celebrante per versare il vino e l'acqua nel calice.
Lavabo: un chierichetto si occupa di versare l'acqua; l'altro porta il manutergio.

Consacrazione: si suona la campanella per richiamare l'attenzione dei fedeli a quello che sta accadendo, nelle solennità un chierichetto porta la navicella, uno il turibolo per  incensare le specie eucaristiche all'elevazione.
Comunione: durante la Comunione i ministranti reggono la tovaglietta a fianco dei ministri che distribuiscono la Comunione per evitare che le ostie o i loro frammenti cadano a terra.
Purificazione: un ministrante porge l'ampollina dell'acqua al celebrante per purificare i vasi sacri.
Processione finale: nelle solennità il crocifero porta la croce astile, affiancato da due ceroferari con i candelieri.

Altri compiti possono essere la raccolta delle offerte e l'accoglienza dei fedeli. Possono inoltre leggere brani delle letture o animare le risposte dei fedeli.

Turiferario - addetto al turibolo per le incensazioni

Il turiferario, porta il turibolo per le incensazioni. L’incenso viene usato da sempre nelle cerimonie religiose, per conferire solennità e sacralità. Il suo utilizzo non è obbligatorio, infatti ogni ministro può scegliere di adoperarlo oppure no.

In genere l’incenso viene usato in momenti diversi della Messa, di solito all’inizio, all’ingresso nella chiesa del sacerdote e dei suoi assistenti, durante la proclamazione del Vangelo oppure prima della consacrazione. In altre occasioni, come ad esempio nelle processioni, nella sepoltura e nelle benedizioni è previsto l’uso dell’incenso. Ed è qui che il ministrante turiferario riveste un ruolo essenziale.

 

Navicelliere - o naviculario - addetto alla navicella
Spesso il turiferario e accompagnato dal navicelliere, ovvero un ministrante con il compito di tenere la navicella portaincenso. Il navicelliere, durante le processioni, va di pari passo al turiferario, tanto che a volte le due figure si fondono in un unico ministrante. Questa figura ha anche il compito di porgere la navicella al sacerdote, per permettergli di attingervi i grani di incenso, versarli nel turibolo e benedirli.

Ceroferario - addetto ai candelieri; va sempre almeno in coppia

In genere si muovo in coppia e sono considerati gli addetti ai candelieri. Il loro compito principale infatti, è quello di reggere i ceri. Durante la processione si trovano dietro al turiferario e ai lati del crocifero, ovvero il ministrante che porta la croce. Tra le mani portano i candelabri con i ceri e, una volta terminata la processione, li dispongono ai lati dell’altare.

In seguito i ceroferari affiancano il sacerdote durante la proclamazione del Vangelo, ponendosi sempre su due lati.

 

Crocifero - o crucifero  - addetto alla croce

Il crocifero, o crucifero, è quindi il ministrante incaricato di portare la croce astile, ovvero la croce montata in cime a una lunga asta, che vediamo spesso alla guida delle processioni religiose. Una volta giunto all’altare deve deporre la croce e sedersi accanto. Al termine della cerimonia la prenderà ancora una volta in consegna per accompagnare il sacerdote a baciare l’altare, a riporre il Santissimo Sacramento nel tabernacolo, e nella processione finale.

La croce simboleggia infatti il passaggio dalla morte alla vita, che coinvolge tutti i fedeli che vi assistono. Per mezzo della croce Dio si manifesta tra i fedeli raccolti.

 

Caudatario - addetto a sorreggere la mitria e il pastorale del vescovo;

Accolito - si occupa del trasporto delle ampolline, dei libri liturgici e di aiutare il sacerdote, quando necessario

Cerimoniere - assiste il sacerdote in quasi ogni azione, girando le pagine del messale, seguendo le azioni del sacerdote o aiutandolo a trasportare e muovere oggetti vicini allo stesso. I cerimonieri hanno il compito di portare dalla sagrestia all’altare, gli arredi sacri usati durante la celebrazione, e viceversa. Questa funzione inizia portando il calice sull’altare, completo di corporale (ovvero il telo quadrato che viene disteso sull’altare durante l’offertorio), poi il purificatoio (ovvero il piccolo telo usato dal sacerdote per pulire il calice e la patena), poi è il turno della patena (il piatto che contiene l’ostia) ed infine le ampolle del vino e dell’acqua.

 

In alcuni casi i ministranti devono occuparsi dei libri liturgici usati dal sacerdote nel corso della cerimonia. Non c’è un nome specifico per loro, in genere viene svolto da un accolito, addetto al messale e al lezionario.

Nelle cerimonie solenni alcuni ministranti hanno il compito di suonare il campanello d’altare. In questo modo si richiama l’attenzione dei fedeli nei momenti più importanti della cerimonia e all’ingresso del sacerdote sull’altare. Oggi il campanello viene suonato al momento della consacrazione del pane e del vino e in occasione delle processioni per annunciare la benedizione.

Amitto: è quel rettangolo di tela bianca che il sacerdote pone sulle spalle e lega ai fianchi, prima d’indossare il camice.

 

Ampolline: sono vasetti di vetro o di altro materiale nei quali si mettono il vino e l’acqua per l’Eucaristia.

 

Animetta: è un quadretto di lino inamidato che a volte si usa per coprire il calice durante la celebrazione della Messa, soprattutto quando si teme che vi cada qualcosa di estraneo.

 

Asciugatoio: si chiama anche “manutergio”. Normalmente è usato con la “brocca”. Viene anche usato come “tovagliolo” quando si portano le ampolline all’altare, per evitare di macchiare la tovaglia.

 

Aspersorio: è lo strumento (di metallo o di crine) che si intinge nel secchiello dell’acqua benedetta per le aspersioni.

 

Brocca: è un’anfora di metallo o di ceramica (o di vetro) che si usa per portare all’altare l’acqua che serve per le abluzioni (lavare le mani) del sacerdote quando, durante la messa, l’offerta dei doni è piuttosto lunga e varia oppure è stata seguita dall’incensazione.

 

Calice: è la “coppa” di metallo (normalmente dorato) nella quale si versa normalmente il vino per l’eucaristia. Il calice viene benedetto dal Vescovo o anche da un Sacerdote con un rito particolare.

 

Camice: veste bianca lunga fino ai piedi, di solito fermata ai fianchi dal cingolo. La si mette per la S. Messa e per le celebrazioni liturgiche più importanti.

 

Cantari: sono candele, montate su candelieri, normalmente usate da chierichetti “da terzo” soprattutto nei momenti professionali.

 

Casula: La mette il sacerdote per la celebrazione della Messa o di riti liturgici cui è unita anche la messa. E’ di stoffa colorata: bianca, rossa, verde, violacea; ricopre le spalle o le braccia, fin quasi ai piedi.

 

Cingolo: è il cordone che cinge i fianchi del Sacerdote dopo che a indossato il camice.

 

Continenza: veste di colore liturgico diverso (normalmente rossa), corta, che mette il sacerdote sopra il piviale in occasione della benedizione Eucaristica.

 

Corporale: è il quadrato di tela fortemente inamidata che si stende al centro dell’altare prima di deporvi i doni e in altri momenti eucaristici. E’ come l’animella, ma più grande.

 

Dalmatica: è la veste liturgica propria del diacono. Di stoffa colorata, come richiesto dai vari tempi liturgici, aperta sui fianchi. Sopra la dalmatica il diacono porta la stola (come si è detto).

 

Navicella: spece di vaso (normalmente in metallo a forma di piccola nave) contenente l’incenso che viene usato nella liturgia.

 

Ostensorio: è il “vaso” che si usa per esporre l’Eucaristia alla adorazione dei fedeli e per la Benedizione eucaristica.

 

Patena: è il piattello dorato o la coppetta che si usa assieme al calice per la celebrazione della Messa e nella quale si mette il pane per l’Eucaristia.

 

Pisside: Anche questo è un “vaso sacro” che contiene le particole consacrate per la Comunione dei fedeli e per la conservazione nel tabernacolo. E’ come un calice col coperchio.

Piviale: è un ampio mantello che scende fino ai piedi, aperto d’avanti e fissato con un fermaglio. Lo si usa, nei vari colori liturgici, in molte funzioni liturgiche, eccetto la Messa. Lo s’indossa sopra la cotta o sopra il camice.

Purificatoio: è un piccolo fazzoletto di lino che si usa all’altare per asciugare il calice e i vasi sacri dopo le purificazioni, al termine della Messa.

 

Secchiello: il nome ne indica le caratteristiche. Vi si mette l’acqua benedetta che serve per le aspersioni liturgiche.

 

Stola: è una lunga striscia, di stoffa dello stesso colore dei paramenti. La mette il sacerdote e il diacono. Quest’ultimo la porta trasversalmente dalla spalla sinistra al fianco destro.

 

Turibolo: formato da un contenitore (specie di scatola rotonda) sostenuto da catenelle. Vi si mette la brace sulla quale si pone l’incenso. Viene usato, appunto, nelle incensazione e viene portato all’altare dal “da secondo” con la navicella.

Esiste un anno civile, un anno scolastico… ed esiste per la chiesa un anno liturgico. Esso comincia la prima domenica d’Avvento e finisce con la domenica di Cristo Re. Ha lo scopo di farci considerare, durante un anno intero, tutti i misteri della vita di Gesù Salvatore; dalla sua attesa sulla terra sino al ritorno al Padre, perché anche noi possiamo partecipare al suo mistero Pasquale. È così strutturato: Avvento – Natale – Quaresima – Pasqua – Pentecoste – Tempo per annum (ordinario).

I tempi forti, cioè quelli che richiedono una particolare partecipazione ed impegno trasformatore, sono l’Avvento e la Quaresima, in preparazione alle relative festività di Natale e Pasqua. Durante l’anno troviamo le feste della Vergine Santissima e dei Santi (immacolata, S. Famiglia, S. Giuseppe, S. Pietro e Paolo, S. Anna…). Questi hanno tale importanza perché hanno un posto speciale perché sono quelli che più da vicino hanno partecipato alla vita di Gesù. Nei giorni non festivi vengono celebrate le S. Messe dei vari santi o semplicemente feriale.

Salvo usi e costumi locali, i colori liturgici sono:

 

  1. BIANCO o ORO: per il tempo pasquale e il tempo natalizio, le feste del Signore, della Madonna, degli angeli e dei santi non martiri. E si una anche nelle celebrazioni speciali (Prima Comunione, Santa Cresima…)

 

  1. ROSSO o PORPORA: per le feste dello Spirito Santo, della Santa Croce, della Passione di nostro Signore e dei Santi Martiri..

 

  1. VERDE: Per il tempo che segue l’Epifania sino alla quaresima e durante la Pentecoste.

 

  1. VIOLA: per il tempo d’Avvento, di Quaresima, di Passione, per i giorni di penitenza e per la liturgia dei defunti.

 

  1. ROSA: per la terza domenica di Avvento e la quarta di Quaresima.

Le norme e le formule per lo svolgimento delle azioni liturgiche nei libri liturgici, che sono i seguenti:

  1. MESSALE: il libro che contiene le norme e le formule per la celebrazione della Santa Messa.
  2. LEZIONARIO: il libro o meglio i libri che contengono le letture bibliche che si proclamano nella celebrazione della Santa Messa e dei Sacramenti. Essi sono:

A.Lezionario feriale anno I e anno II.

B.Lezionario festivo anno A – B – C.

C.Lezionario per celebrazione dei Santi.

D.Lezionario per le Messe rituali.

E.Lezionario per le Messe ad diversa e votive.

  1. RITUALI: libri che contengono le norme e le formule per la celebrazione dei sacramenti e dei sacramentali. Essi sono:

A.Rito del Battesimo.

B.Rito della Confermazione.

C.Rito della Penitenza.

D.Rito delle Esequie.

Nella chiesa di Gesù Cristo, i luoghi consacrati a Dio e all’esercizio del culto hanno una particolare ragione di segno, ossia indicativi di realtà superiori, come si può bencapire dalle formule con le quali vengono benedetti e consacrati. Ecco i principali:

  1. TEMPIO: è il luogo sacro dove il popolo di Dio si raduna in assemblea per la celebrazione di culto liturgico (cappelle, chiese, abbazie, cattedrali, basiliche…)
  2. ATRIO o BUSSOLA: che separa l’edificio sacro dal mondo profano.
  3. AULA: destinata a raccogliere l’assemblea dei fedeli, e che può essere a una, due tre, a cinque navate, o anche a forma ovale.
  4. PRESBITERIO: destinata ad ospitare ministri e ministranti per l’esercizio del culto, al centro del presbiterio sorge l’altare.
  5. ALTARE: è una mensa su cui si compie il sacrificio della Santa Messa.
  6. CAPPELLE o ALTARI: spazi costruiti a modi di piccoli presbiteri lateralmente alla navata centrale o indipendenti da questa.
  7. TABERNACOLO: è la custodia dove si conserva il Santissimo Sacramento.
  8. AMBONE: podio dove si proclama la Parola di Dio e nel quale si può tenere l’omelia.
  9. BATTISTERO: è l’ambiente nel quale è collocato il fonte battesimale.
  10. ACQUASANTIERA: vaso di marmo all’ingresso della chiesa nel quale si conserva l’acqua benedetta ad uso dei fedeli per a segnarsi.
  11. CANTORIA: è un palco ove risiedono i cantori.
  12. CAMPANILE: detto anche torre campanaria, costruzione tipicamente cristiana, è il luogo per la conservazione e il suono delle campane. È luogo sacro e va rispettato come tale.
  13. CONFESSIONALE: luogo dove li celebra il sacramento della Riconciliazione.
  14. ORGANO: strumento musicale antico che rende maestose con il suo suono imponente ogni formula, benedetto va conservato e trattato con competenze artistica.
  15. PULPITO: costruzione a modo di balcone dal quale si pronuncia l’omelia.
  16. SACRARIO: piccola vasca isolata da ogni condutture, nella quale si versano le acqua che sono servite a qualche purificazione o abluzione sacra.
  17. SACRESTIA: locale dove si conservano gli oggetti necessari al culto, dove i ministri indossano i sacri paramenti.

Per approfondire:

Il ministrante